mercoledì 16 marzo 2016

Donne in politica


Patrizia Bedori, candidata sindaco a Milano, e' stata criticata perché "casalinga, disoccupata e grassa" (adesso ha ritirato la propria candidatura); Giorgia Meloni, candidata sindaco a Roma, è stata criticata perché incinta. Nel primo caso si tratta di una donna che dieci anni fa ha deciso di lasciare il suo lavoro di donna in carriera per dedicarsi al figlio; nel secondo caso, al contrario, abbiamo una donna che vuole conciliare maternità e lavoro. Se sono donne, in Italia sbagliano sempre e comunque. Che dire poi degli apprezzamenti fisici? Da Berlusconi in poi ci si aspetta che le donne in politica siano belle, manipolabili e possibilmente pronte a prostituirsi. Tornando alla questione di partenza, nei talk show ricorre la domanda "Può una donna conciliare lavoro e famiglia?", ma è un interrogativo banale: certo che una donna può, può fare ciò che vuole! 
La domanda da porre è invece un'altra: "Una donna viene messa nelle condizioni di poter conciliare lavoro e famiglia?". Ecco, nelle condizioni del welfare italiano è molto difficile, a volte impossibile. A Giorgia Meloni, se mai diventasse sindaco di Roma, chiederei di fare cose concrete: chiederei di far aumentare gli asili pubblici invece di quelli privati - in cui peraltro lavorano spesso persone che non sono educatori con i risultati che la cronaca televisiva ci racconta-, chiederei di far cessare la prassi delle dimissioni in bianco, chiederei di retribuire adeguatamente le donne che guadagnano il 20% meno degli uomini e lavorano molto di più, dovendo sbrigare anche tutto il lavoro casalingo, chiederei un sostegno per le donne mamme lavoratrici separate. Queste cose le chiederei alla Meloni perché per qualche mese fingerà di preoccuparsene e perché Renzi ancora non si è degnato di nominare un Ministro delle Pari Opportunità. E questo vuoto si sente, e' un vuoto culturale, il vuoto di uno Stato che con il ministro ha cancellato qualunque speranza di pari opportunità.

venerdì 11 marzo 2016

Donne che si risvegliano




Cari lettrici e lettori, è con grande piacere che vi comunico l'uscita del mio ultimo libro. 
Si tratta di un lavoro che ripercorre la storia della donna, dal culto della Dea delle antiche società matrifocali alla caccia alle streghe del Medioevo, fino al pericoloso mito della bellezza moderno e all'attuale violenza di genere, di cui per molto tempo mi sono occupata proprio su questo blog.  
Ci ritroverete anche qualche estratto di questo blog a cui sono particolarmente affezionata e qualche mia piccola esperienza personale perché i libri, secondo me, si scrivono soprattutto partendo dalla propria vita...

Questo è un estratto dalla seconda di copertina. Per il resto, ci vediamo in libreria. Principalmente in Feltrinelli, oppure, se volete, su Il giardino dei libri!

"Gli archeologi e gli antropologi moderni hanno trovato innumerevoli reperti che dimostrano come da 25.000 fino a 5.000 anni fa esistesse una società pacifica, matriarcale e matrilineare, che venerava una Dea. Alle donne era permesso espri- mere se stesse, occupavano posizioni di rilievo nella società e avevano la completa gestione del proprio corpo e della propria sessualità. Nessun ruolo le schiacciava e le confinava in alienanti gabbie sociali: non esisteva il concetto di coppia, né il matri- monio, né il possesso dell’altro, né, di conseguenza, l’adulterio e le relative pena- lizzazioni. I figli nascevano spontaneamente e tutta la comunità si faceva carico della loro educazione. In particolare, uomini e donne veneravano la Dea, una sorta di utero primordiale da cui tutto si è origina- to e che in ogni singola donna s’incarna. Si riteneva che la donna fosse il legame tra il microcosmo e il macrocosmo, si rispettava e si onorava come espressione della Dea.
Cos’è successo? Come si è potuti arrivare a una società in cui gli uomini dettano legge, una legge fatta di sessismo, sopraffazione e guerra? Ci hanno fatto credere che l’unica responsabile della “caduta” sia stata una donna, Eva, che ha osato cogliere il frutto proibito della Conoscenza. Dalle più recenti ricerche emerge invece che i responsabili del cambio di paradigma sono stati proprio quegli uomini che hanno inventato la storia di Adamo ed Eva".